PREMESSA
“I sensi sono terrestri, la ragione sta for di quelli quando contempla.”
Pittore, scultore, architetto, ingegnere e inventore, Leonardo da Vinci è riconosciuto come uno scienziato universale, avendo coltivato i più svariati campi del sapere. Egli non è solo il testimone esemplare del Rinascimento, ma è anche il precursore del metodo scientifico. Dagli appunti di Leonardo emerge un postulato irrinunciabile: senza la verifica dell’esperienza non vi è vera scienza, ma senza la scienza a ben poco serve la pratica. Questo scritto, che ha la forma di manifesto ed è abbinato all’opera artistica, intende dare al lettore un succinto orientamento sui fondamenti del pensiero vinciano, che ci è piaciuto connotare con la parola “amore”, termine caro a Leonardo, che in un passo afferma: “AMOR OGNI COSA VINCE”.
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AMORE PER L’AMBIENTE “La natura è piena d’infinite ragioni che non furon mai in esperienza.” All’epoca di Leonardo l’ambiente si chiama NATURA. Ogni fenomeno esistente (nato) fa parte di un complesso conoscitivo che, nelle università, costituisce il corpus disciplinare. Leonardo non frequenta gli studi regolari e la sua formazione, per motivi familiari, è alquanto disordinata. Trascorre la fanciullezza e l’adolescenza a Vinci, un piccolo paese nella splendida campagna toscana. La campagna è la sua grande scuola. Soprattutto impara dalle passeggiate in compagnia dello zio Francesco, che lo educa a un'osservazione attenta di ogni "fatto" naturale: un frutto, un insetto, un sasso, il corso di un ruscello. Il contatto con le cose, anche nel loro trasformarsi, gli trasmette il senso concreto dei rapporti tra figura e forma, materia e sostanza. Leonardo ha un innato e straordinario talento nel disegno e adotta un metodo che seguirà per tutta la vita: disegna ciò che vede. |
AMORE PER L’ARTE E LA SCIENZA “La pittura è composizione di luce e di tenebre insieme mista colle diverse qualità di tutti i colori semplici e composti [...]” L’arte è la capacità di esprimere sentimenti, riflessioni e idee, realizzando qualcosa grazie al talento personale; per coltivare il proprio, Leonardo, entra nel 1469 nella bottega d’arte del Verrocchio, una delle più famose di Firenze; qui il giovane impara a disegnare, dipingere, scolpire e usare diversi materiali. Estremamente abile in tutto ciò che fa, è però nella pittura e nel disegno che Leonardo esprime al meglio le proprie idee. Nel Trattato di pittura, un’opera compilata postuma da uno o più allievi, Leonardo presenta i principi filosofici del disegno e insegna come applicarli. Ma qual è il suo vero e profondo interesse? A Firenze, in Leonardo si fa largo una consapevolezza. Per disegnare realisticamente un “fenomeno” è indispensabile capirne le cause - sia esterne, sia interne - che lo determinano. Indagare la molteplice e mutevole realtà spinge il Nostro a condurre ricerche in territori conoscitivi sempre più ampi. |
AMORE PER LE PROPORZIONI “La proporzione non solamente nelli numeri e misure fia ritrovata, ma etiam nelli suoni, pesi, tempi e siti, e ‘n qualunque potenzia sia.” Leonardo si trasferisce a Milano e, con il passar degli anni, consolida un’altra certezza: la dinamica che muove internamente ogni fenomeno si manifesta esternamente secondo proporzioni e rapporti armonici, che occorre interpretare. Se esiste un principio che dà vita e collega tutti i fenomeni naturali e la loro evoluzione, allora vi è una ratio, quindi anche un ordine numerico per definirla. La pittura deve rispettare questa rete di rapporti armonici. La passione per la geometria e per la matematica si rafforza nel proficuo periodo milanese (1482 - 1499). Qui Leonardo collabora anche con l’amico e maestro Luca Pacioli (matematico ed economista, 1445 circa – Roma 1517), frate francescano che, oltre ad essere l’autore della celebre Divina Proportione, è il teorizzatore della contabilità in partita doppia. Leonardo approfondisce l’arte del disegno e frattanto cresce il suo interesse per la progettazione architettonica e ingegneristica, per la meccanica e per le macchine. Nel 1500 inizia per lui un periodo che alcuni definiscono “errabondo”. Nel 1513 lo troviamo a Roma, dove si trattiene per circa tre anni, occupandosi di vari studi; vuole capire il mistero della macchina umana, tanto da rivoluzionare il concetto stesso di anatomia. Ostacolato nelle ricerche anatomiche, Leonardo approfondisce la matematica e l’ingegneria idraulica. Il Nostro si sente sempre più inventore, creatore.
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AMORE PER LA TRASFORMAZIONE E PER LA COSTRUZIONE “Quando lo spirito non collabora con le mani, non c’è arte.” L’osservazione della volta stellata, dell’alternarsi del giorno e della notte, del sole e della luna, del ripetersi delle fasi lunari hanno dato un orientamento precoce alla visione intellettuale di Leonardo; sin da ragazzo, il cosmo gli appare una straordinaria architettura, una perfetta struttura che oggi definiremmo tecnologica. Le cose si trasformano incessantemente, ma la vitale unità, che ogni cosa governa dall’interno, continua a permeare il micro e il macrocosmo. L’essere umano sa cogliere l’armonia della natura e, volendolo, può valorizzarla, creando nuove forme, costruendo con la propria arte prodotti/racconti nuovi, che migliorano la vita. Sappiamo che Leonardo ha disegnato macchine volanti, osservando per anni il volo degli uccelli e ha realizzato centinaia di progetti nei più svariati settori, applicando le regole matematiche a macchine con differenti destinazioni. Ha costruito ogni opera vedendola come uno strumento in grado di accrescere le potenzialità esperienziali e cognitive di chi ne avrebbe fruito. Questo è il motivo per cui l’arte di Leonardo parla al cuore, alla mente e all’immaginazione di donne e uomini dei nostri giorni, di tutte le epoche. La tecnica vinciana è sempre netta e limpida, nonostante il gioco di tenebre e luce sia evidente e costante anche nei disegni. Se vuoi comprendere la ragione interna all’alternanza, allora sei entrato nella logica del costruttore pronto a trasformarsi… se vuoi comprendere il pensiero di Leonardo, ci riuscirai! “Chi ha provato il volo, camminerà guardando il cielo, perché là è stato e là vuole tornare”. |